14. Misure di sicurezza dei collegati.
Sembrava sufficientemente assicurata anche la durata delle istituzioni introdotte. Il consolato era affidato a mani sicure almeno pel prossimo anno.
Il pubblico credeva sulle prime che fosse destinato ancora a Pompeo ed a Crasso; ma questi preferirono di farvi eleggere pel 696 = 58 due uomini del loro partito, inferiori, ma sicuri: Aulo Gabinio, il migliore fra gli aiutanti di Pompeo, e Lucio Pisone, meno importante, ma che era suocero di Cesare.
Pompeo assunse l'incarico di sorvegliare personalmente l'Italia, dove egli alla testa della commissione dei venti accudiva alla esecuzione della legge agraria e dava stabile dimora nel territorio di Capua a 20.000 cittadini, per la maggior parte veterani del suo esercito. Quale appoggio contro l'opposizione della capitale servivano a Pompeo le legioni di Cesare nell'alta Italia.
Almeno per il momento nessuna rottura era in vista tra coloro che avevano il potere. Le leggi emanate da Cesare durante il suo consolato, al cui mantenimento Pompeo era almeno altrettanto interessato quanto Cesare, garantivano la continuazione della scissione esistente fra Pompeo e l'aristocrazia, i capi della quale, specialmente Catone, continuavano a non volerle riconoscere, e così facendo assicuravano la continuazione della coalizione.
Anzi avvenne che fra i capi di essa si stringessero maggiormente i vincoli personali. Cesare aveva mantenuta ai suoi alleati onestamente e fedelmente la sua parola integralmente e senza riserve e aveva specialmente propugnato con destrezza e con energia, come fosse stata cosa propria, la legge agraria proposta nell'interesse di Pompeo. Questi non era insensibile dinanzi ad un contegno leale ed alla fede serbata, e si affezionò a colui il quale d'un colpo l'aveva tolto dalla misera situazione di postulante nella quale da tre anni si andava struggendo.
I frequenti e confidenziali rapporti con un uomo d'irresistibile amabilità come era Cesare, fecero il resto per cambiare l'unione d'interessi in una unione d'amicizia. Risultato e pegno di questa amicizia e naturalmente al tempo stesso anche un pubblico indubbio annunzio della nuova comune signoria, fu il matrimonio di Pompeo con l'unica figlia di Cesare che aveva ventitrè anni.
Giulia, che aveva ereditato l'amabilità del padre, visse con suo marito, che aveva il doppio della sua età, la più felice vita domestica, e la borghesia, che dopo tante miserie e tante crisi anelava alla quiete e all'ordine, vedeva in questa unione la garanzia d'un avvenire pacifico e prospero.