30. Innalzamento del municipio.
Se dunque il governo faceva energicamente allontanare dalla vita del popolo italico gli elementi malati e ne rafforzava i sani, il riorganizzato municipio, dopo avere avuto il suo primo sviluppo dalla crisi della guerra sociale accanto al riordinamento politico, doveva trasmettere alla nuova monarchia assoluta la vita comunale compatibile con la medesima, promuovendo una più rapida pulsazione nella stagnante circolazione dei nobili elementi della vita pubblica.
Quale massima fondamentale direttiva nelle due leggi comunali[25], quella per la Gallia cisalpina promulgata nell'anno 705 = 49 e quella per l'Italia nel 709 = 45, di cui particolarmente l'ultima rimase legge fondamentale per tutto il tempo avvenire, appare in parte la severa purificazione dei collegi urbani da tutti gli elementi immorali, mentre non vi apparisce alcuna traccia della polizia politica; in parte la maggior possibile restrizione della centralizzazione e la maggiore possibile libertà d'azione dei comuni, cui anche allora era devoluta l'elezione degli impiegati ed una, benchè limitata, giurisdizione civile e criminale. Le disposizioni generali di polizia, come ad esempio la restrizione del diritto di associazione, avevano influenza, certamente, anche qui.
Questi sono gli ordinamenti con i quali Cesare tentò di riformare l'economia popolare italica. È facile tanto provare la loro insufficienza, lasciando anch'essi sussistere una quantità di inconvenienti, quanto dimostrare che essi molte volte operavano dannosamente, limitando, e talvolta sensibilmente, la libertà del commercio. Ed è ancora più facile dimostrare che i danni dell'economia pubblica in generale erano di specie insanabile. Ma ciò nonostante l'uomo di stato pratico ammirerà tanto l'opera quanto il maestro. Era già qualche cosa che là dove un uomo come Silla, disperando nel rimedio, si era accontentato di una riorganizzazione soltanto formale, il male venisse attaccato nella sua vera sede e si combattesse contro di esso; e noi possiamo ben giudicare che Cesare con le sue riforme si avvicinò tanto alla misura del possibile quanto era dato di accostarvisi all'uomo di stato ed al romano; e nemmeno egli ha potuto attendere, nè ha atteso da esse il ringiovanimento dell'Italia, ma ha tentato di raggiungerlo per una via assai diversa, per spiegare la quale è necessario anzitutto di richiamare l'attenzione sulle condizioni delle province, quali Cesare le trovò.