3. Cesare in Spagna.
Si può in certo qual modo annoverare fra le imprese aventi per scopo il soggiogamento dell'occidente anche la campagna intrapresa da Cesare nel 693 = 61 nella Spagna ulteriore. Per quanto la Spagna ubbidisse già da lungo tempo ai Romani, il litorale occidentale, anche dopo la spedizione di Decimo Bruto contro i Galati, era rimasto assolutamente indipendente dai Romani e la costa settentrionale non era stata da essi visitata; e le scorrerie dei predoni, a cui si vedevano da questa parte continuamente esposte le province soggette, recavano un danno sensibile all'incivilimento e alla romanizzazione della Spagna.
Contro questo stato di cose era diretta la spedizione di Cesare lungo la costa occidentale. Egli varcò la catena dei monti Erminici (Sierra de Estrella) confinante al nord col Tago; dopo d'averne battuti e in parte trasportati gli abitanti nel piano, assoggettò il paese dalle due parti del Duero e pervenne sino all'estremità nord-est della penisola, dove coll'aiuto d'una squadra fatta venire da Cadice occupò Brigantium (Coruña). In conseguenza di che gli abitanti vicini all'oceano Atlantico, Lusitani e Galiziani, furono costretti a riconoscere la supremazia romana, mentre il vincitore era intento a migliorare possibilmente le condizioni dei sudditi in generale colla diminuzione dei tributi che si dovevano versare a Roma, e colla sistemazione delle condizioni economiche dei comuni.
Però, sebbene anche in questo esordio militare e amministrativo del grande capitano e del grande uomo di stato risaltino quegli stessi talenti e quegli stessi pensieri direttivi che poi egli convalidò su campi più vasti, la sua operosità nella penisola iberica fu troppo passeggera per porvi profonde radici, tanto più che, avuto riguardo alle particolari condizioni fisiche e nazionali del paese, si poteva qui attendere un effetto durevole solo da una attività continuata con perseveranza.