12. Giudizi dei giurati.
Se in tal modo si aprì al ceto mercantile una miniera d'oro e nei membri della nuova società fu creata una potenza finanziaria formidabile per lo stesso governo, un «senato dei commercianti», fu loro nello stesso tempo assegnato coi giudizi dei giurati una stabile pubblica carica.
Il campo del processo criminale, che di diritto spettava ai cittadini, era in principio presso i Romani assai ristretto e fu, come abbiamo osservato, ancor più ristretto da Gracco; tanto i processi per delitti comuni, quanto i civili erano decisi da singoli giurati, o da commissioni permanenti o straordinarie.
Fino allora le une e le altre erano state composte esclusivamente di membri del senato; Gracco assegnò tanto nei processi civili propriamente detti, quanto nelle commissioni permanenti, le funzioni dei giurati all'ordine dei cavalieri, facendo ogni anno, analogamente alle centurie, compilare la lista dei giurati composta interamente di cittadini qualificati cavalieri, escludendo addirittura dai giudizi senatorî, e colla determinazione di una certa età, i giovani appartenenti a famiglie senatorie[6].
Non è inverosimile che l'elezione dei giurati si restringesse sempre agli stessi uomini che stavano alla testa delle grandi associazioni commerciali, specialmente agli appaltatori delle imposte dell'Asia e di altre province, avendo questi, appunto, grande interesse di sedere nei tribunali, e se la lista dei giurati e le società dei pubblicani si accostavano nei loro punti estremi, si comprende tanto più l'importanza dell'anti-senato in tal modo costituito.
Ne derivò come conseguenza che mentre fino allora non vi furono che due poteri dello stato, il governo, come potere amministrativo e di controllo, e la cittadinanza, come potere legislativo, e i giudizi erano divisi fra entrambe, ora l'aristocrazia del denaro non solo si consolidò sulla base degli interessi materiali come una classe stabilmente distinta e privilegiata, ma sorse anche nello stato come potere giudiziario e di revisione ponendosi, quasi come uguale, vicino all'aristocrazia reggente.
Tutte le vecchie antipatie dei commercianti contro la nobiltà dovettero trovare da quel momento con molta facilità il modo di manifestarsi nei verdetti dei giurati, e anzitutto nei rendiconti dei governatori provinciali. Il senatore non doveva, come per il passato, attendere dai suoi pari la decisione sulla sua condotta civile, ma da commercianti e da banchieri.
Il conflitto tra i capitalisti e i governatori romani passò dall'amministrazione provinciale nello scabroso terreno dei processi di rendiconto. L'aristocrazia dei ricchi non solo fu divisa, ma si ebbe anche cura che la scissione, trovando sempre nuovo alimento, potesse facilmente manifestarsi.