28. Sconfitta di Antonio.
La guerra marittima fatta ai pirati non offriva migliori risultati di quella sul continente, che era cominciata contemporaneamente e si era sempre mantenuta con quella in stretta relazione.
Si è già narrato come il senato nell'anno 680 = 74 prendesse la saggia risoluzione di incaricare un solo ammiraglio in capo per purgare i mari dai pirati e di conferire questa carica al pretore Marco Antonio.
Ma i senatori sin dal principio si erano ingannati nella scelta dei capo o, per dir meglio, coloro che avevano appoggiato questa misura in sè conveniente, non avevano considerato che nel senato tutte le questioni personali si decidevano per l'influenza di Cetego, o con altri simili riguardi di consorteria.
Avevano inoltre mancato di fornire all'ammiraglio navi e danaro sufficiente alla sua missione, così che per le enormi requisizioni egli riuscì quasi altrettanto molesto ai provinciali quanto ai pirati. I risultati furono corrispondenti. Antonio nelle acque della Campania prese colla sua flotta parecchie navi corsare.
Con i Cretesi, i quali avevano conchiuso amicizia ed alleanza con i pirati ed avevano respinto con asprezza la sua esortazione a sciogliersi da tale alleanza, si venne a battaglia; e le catene, che il previdente Antonio aveva disposto sulle proprie navi per servirsene pei pirati fatti prigionieri, servirono per legare il questore e gli altri prigionieri romani agli alberi delle conquistate navi romane quando i generali cretesi Lastene e Panare ritornarono trionfanti a Cidonia dopo la battaglia navale data ai Romani presso la loro isola.
Dopo avere sciupato somme immense collo sventato suo modo di guerreggiare, e non aver ottenuto il minimo risultato, Antonio morì a Creta nel 683 = 71.
Il cattivo successo della spedizione di Antonio, la spesa per la costruzione della flotta, e in parte l'avversione dell'oligarchia ad accordare qualsiasi più estesa autorità ai funzionari, fecero sì che, terminata di fatto questa impresa colla morte di Antonio, non si procedette più alla nomina di un altro ammiraglio in capo e si ritornò alla massima antica di lasciare ad ogni governatore, nella sua provincia, la cura di sradicare la pirateria; all'istesso modo che la flotta di Lucullo agiva nel mar Egeo.